Passione

Aforismi

Reinhold Messner

All'alpinismo è necessaria la difficoltà, l'esposizione, l'essere fuori nella wilderness, in un ambiente selvaggio e desolato, e anche il rischio. Il fascino delle montagne è dato dal fatto che sono belle, grandi, pericolose.
Anche l'aver scalato l’Everest diventa banale e quindi noioso. Una montagna è stimolante solo prima che venga affrontata.
Andare in montagna è un’attività fine a se stessa. Non c’è nessun altro motivo, nessuna ragione specifica perché qualcuno debba scalare una montagna, se non la passione individuale, l’orgoglio, l’entusiasmo per la natura.
Ho cercato di dare il massimo nella mia vita e ho sempre cercato di superare i limiti.
Ho cercato fin dal principio la libertà dentro di me. L'ho salvaguardata per tutta la vita come un guardiano il faro.
I momenti dell'infelicità sono momenti chiave della vita, gli unici momenti in cui si impara davvero qualcosa.
Il limite più grande che ho accettato è quello di essere vivo. Non ho 'deciso' di essere vivo.
L'alpinismo porta con sé dei rischi, ma anche tutta la bellezza che si nasconde nell’avventura dell’affrontare l’impossibile.
L'esperienza politica è stata senz'altro positiva, ma non la rifarei più. Avrei dovuto prendere molte responsabilità e rinunciare alla mia libertà per affermare le mie idee e accettare quelle degli altri.
L'istinto di sopravvivenza è il sacro fuoco che ci costringe ad andare avanti.
Noi uomini impariamo a conoscere la nostra umanità solo quando ci troviamo a contrapporci alla morte. In questo paradosso sono racchiuse le motivazioni più profonde che portano a scalare le montagne o a cercare situazioni estreme.
Non basta prevedere tutto ciò che può accadere.
Non ho la verità in tasca come tanti credono, ho la mia verità.
Non si può mai dominare la natura, l’alpinista deve assumersi le proprie responsabilità e non dare la colpa alla montagna.
Per me arrampicare era qualcosa di più che un’attività sportiva. Il pericolo e le difficoltà facevano parte del quadro, così come il rischio e l’avventura. Scalare una grande parete significava mettersi in gioco completamente, attratti da un mistero e costretti per qualche giorno a poter contare solo su se stessi.
Provo una grande compassione per le vittime che hanno perso la vita sulle montagne e penso alle famiglie che sono a casa. La montagna porta gioia e sofferenza in egual misura. Chi ha arrampicato e continua a farlo, è entrato nella vita degli altri.
Quando avevo abbandonato tutto e non mi restava più niente mi sono reso conto che l'uomo ha inventato prima la lingua del cervello. Per sopravvivere. Ad ogni costo.
Quando guardo le montagne ho i sentimenti delle montagne dentro di me: li sento, come Beethowen che sentiva i suoni nella testa quando era sordo e compose la Nona sinfonia. Le rocce, le pareti e le scalate sono un'opera d'arte.
Siamo impotenti di fronte alla forza della natura.
Sinceramente non mi manca nulla, ho la gioia nel cuore. Sono un uomo felice.